Quando si comincia a svelare i segreti dell’Essere Umano, si giunge inevitabilmente a parlare della mente.
Questo articolo ha lo scopo di fare chiarezza, affinché anche tu possa comprendere quali parti di te sono in gioco nel tuo percorso di crescita.
Conscio - Subconscio - Inconscio
Che tu stia affrontando un percorso personale o sia giunta -o giunto- qui per “caso” (preferisco sempre parlare di sincronicità), saprai senz’altro che la mente è stratificata: ci sono dei livelli di cui sei consapevole, altri che invece sfuggono alla tua percezione fin quando non vengono attivati, altri ancora sui quali non eserciti alcun controllo.
Cominciamo dalla parte più facile.
Il conscio, o mente cosciente, è la parte di te “sveglia”, lucida, quella con cui ragioni ed eserciti la tua volontà.
Ti verrà da pensare… è la parte con cui penso!
In realtà, no: la maggior parte dei tuoi pensieri vengono generati senza che tu esprima l’intenzione consapevole di crearli; semplicemente, arrivano, e spesso nemmeno te ne accorgi!
La mente conscia riguarda unicamente il pensiero attivo, vigile, quello con cui eserciti le tue scelte consce.
Fin qui, dovrebbe essere tutto chiaro.
La confusione comincia quando si passa agli strati più profondi: subconscio ed inconscio.
In questo articolo ti propongo due chiavi di lettura diverse del comportamento umano. Una più “clinica”, se vogliamo, coerente con i principi proposti dalla psicologia. Ed una più spirituale, maturata grazie al mio percorso personale.
Lascerò a te la scelta di quale punto di vista adottare.
Una visione "classica"
Se hai letto Jung, Freud, o in generale hai studiato qualche nozione di psicologia, i termini subconscio ed inconscio ti suoneranno famigliari.
Essi vengono spesso usati come sinonimi per indicare quello spazio che comprende tutto ciò che esula il conscio. Questa sovrapposizione di parole è da ricondursi all’etimologia dei lemmi stessi.
La parola sub-conscio significa “al di sotto del conscio”, cioè sotto il livello della mente cosciente.
La parola in-conscio inizia con il prefisso in, cui si attribuisce valore di negazione (ad es.: in-capace, in-efficacie, in-credibile, in-dicibile, in-visibile). In questo modo, il termine acquisisce lo stesso significato del precedente, ovvero allude a tutto ciò che “non è conscio”.
Talvolta, viene riconosciuta una lieve distinzione delle due sfere: ad una compete la parte emozionale/culturale dell’individuo, all’altra la gestione degli istinti primitivi e delle funzioni biologiche primarie.
A questi elementi, è necessario aggiungerne un altro: le emozioni.
Le emozioni sono il parametro con il quale si misura la realtà individuale; è attraverso di esse che comprendi se una cosa ti piace o non ti piace. Ed è in funzione delle tue emozioni che eserciti quotidianamente il tuo libero arbitrio, dirigendo gli eventi nella direzione da te preferita: tutto ciò che fai è orientato, in prevalenza, a generare emozioni che trovi piacevoli e a recarti soddisfazione.
Nell’interpretazione “classica”, le emozioni sono considerate la risposta diretta della mente ad una circostanza.
Per intenderci: vivi un’esperienza difficile, dunque provi sofferenza o paura; vivi un’esperienza di gioco e piacere, dunque provi gioia; ricevi un dono, dunque ti senti grata o grato; accade qualcosa che non ti piace e che non approvi, reagisci con rabbia.
In linea generale, infatti, l’Essere Umano vive alla costante ricerca di situazioni che gli permettano di provare emozioni piacevoli, di gioire, di godere, di essere felice.
Rifletti attentamente sulle immagini appena descritte: noterai che, in questa visione, la responsabilità dello stato emotivo dell’individuo viene delegata agli eventi.
La risposta emotiva è soggettiva ed individuale, condizionata dalla cultura e da molti altri fattori, ma è comunque determinata dalle circostanze. L’individuo può quindi gestire le emozioni che prova, ma non possiede davvero il potere di scegliere cosa provare.
Ecco perché, per ricreare una specifica emozione, le persone restano spesso imprigionate nei ricordi, oppure cercano di ricreare costantemente le stesse situazioni.
Una visione evolutiva
Ti propongo, adesso, una prospettiva diversa, nuova e antica allo stesso tempo, che permetta di integrare lo studio della mente con le conoscenze spirituali, metafisiche e quantistiche ad oggi disponibili, frutto di numerosi Viaggi interiori e di una lunga e profonda riflessione personale.
L’Essere Umano è molto più che un’insieme di materiali biologici dotati di coscienza. Anche gli animali e le piante, come qualsiasi altra forma di vita, sono dotate di una qualche forma di coscienza.
Cosa ci distingue da tutto il resto?
Se non hai mai fatto un percorso di crescita personale -e probabilmente, anche se lo hai fatto- avrai la tendenza ad identificarti nel tuo corpo: credi che la realtà sia fatta da ciò che puoi percepire con i sensi fisici e con cui puoi commisurarti per mezzo del tuo corpo.
Innanzitutto, è bene ricordare che tu sei un Essere Divino incarnato in un Corpo Umano per fare esperienza della Vita Materiale. Dunque tu non sei il tuo corpo, bensì possiedi il tuo corpo: è uno strumento, il tuo mezzo di trasporto e interazione nella realtà fisica.
La tua vera identità è custodita da qualche parte dentro di te, in uno spazio molto profondo. Questa parte di te (chiamala Anima, Spirito, Essenza, o come preferisci) è presente e ti parla costantemente, guidandoti sempre più verso il Risveglio ed il compimento della tua Missione Divina.
Ci sono diversi linguaggi che la tua Anima (che fa parte di te) può adottare per comunicare con la tua mente cosciente (che fa sempre parte di te). Il primo tra questi è costituito proprio dalle emozioni.
Se integri l’elemento spirituale ed evolutivo, le emozioni non possono essere viste come una semplice reazione alle situazioni.
Esse sono piuttosto una conseguenza indiretta, una risposta della parte di te più Saggia all’approccio con il quale hai affrontato quella specifica situazione: attraverso le tue emozioni, la tua Anima ti dice se il tuo comportamento è funzionale o disfunzionale per il tuo benessere.
Per fare un esempio: ricorda una situazione nella quale hai provato tristezza, precisamente delusione. Magari a seguito di un obbiettivo non raggiunto, di un “fallimento”, o di qualcosa che è andato diversamente da come desideravi.
Sei abituata o abituato a credere che la delusione sia una risposta diretta a quell’esperienza. In realtà, non è così.
La delusione è un messaggio diretto a te (mente conscia), per dirti che hai generato aspettative, e che le aspettative non sono funzionali per il tuo benessere.
Le emozioni funzionano quindi come messaggi di una parte di te più profonda che vuole aiutarti a migliorare, a crescere.
Si spiega, infatti, perché persone diverse reagiscano in modo diverso alle medesime situazioni: chi non ha aspettative non ha delusione, accoglie ciò che accade e ne riesce sempre a penetrare il significato più profondo, trovando con facilità il lato positivo in ogni avvenimento.
Affermiamo così l’esistenza di una parte più profonda della tua mente, intermediaria tra l’Anima e la Coscienza: chiamiamola inconscio.
In questo caso, il prefisso latino “in” si riappropria della sua funzione derivativa e significa “dentro” (in-conscio: dentro il conscio, profondo).
L’inconscio dà voce alla tua guida interiore per mezzo delle emozioni e di numerosi altri segnali.
Ciò su cui la tua Anima vuole porre l’attenzione è il comportamento: provi emozioni sgradevoli quando ti relazioni in modo disfunzionale ad una situazione, provi emozioni gradevoli quando ti relazioni in modo funzionale ad una situazione. Ogni circostanza, dunque, non è né positiva né negativa; riacquista invece la sua neutralità.
Questa affermazione implica che la responsabilità del tuo stato emotivo è unicamente tua: hai sempre la facoltà di scegliere come sentirti e come reagire alle situazioni, semplicemente cambiando i programmi mentali che alterano le tue percezioni.
Tornando all’esempio precedente: elimina le aspettative e avrai eliminato anche la delusione.
Le controparti delle emozioni (come le aspettative) sono le sovrastrutture mentali, comportamenti interiori generati da convinzioni e abitudini. Possiamo definirli programmi, poiché si innescano automaticamente senza che tu te ne renda conto. Sono il frutto della tua educazione, dei condizionamenti della famiglia e della società, dell’istruzione, e di altri elementi.
Esistono programmi funzionali, come quelli che regolano i tuoi processi biologici (respiro, battito cardiaco, movimento, postura) o che ti permettono di esprimere il tuo massimo potenziale.
Esistono invece programmi disfunzionali, come quelli che ti inducono a farti aspettative, a dipendere da altre persone, a comunicare in modo falso oppure omertoso, a nuocere a te stessa -o te stesso- e alle altre persone.
I programmi sono contenuti nel subconscio, la parte della tua mente cui competono tutti gli automatismi biologici, fisici e comportamentali.
Le sovrastrutture mentali
Se ogni emozione è un messaggio attraverso il quale, l’inconscio, ti comunica un comportamento disfunzionale, si può associare a ciascuna di esse la relativa sovrastruttura mentale.
- Sofferenza/Angoscia/Tristezza
È il segnale attraverso il quale la tua parte Saggia ti comunica che hai sviluppato attaccamento. Significa che rimani “attaccata” o “attaccato” a qualcuno per compensare un bisogno che non riesci a colmare in autonomia. Questo comportamento è in qualche modo una proiezione di responsabilità: dai all’altra persona la responsabilità di farti stare bene, ne hai bisogno, senza stai male (o credi che staresti male). - Rabbia
Si innesca quando rifiuti di una parte di te. Quando litighi con qualcuno o ti arrabbi per un suo comportamento, in realtà, se grattassi un po’ la superficie, scopriresti di provare rabbia per te stessa o te stesso; l’altra persona ti fa semplicemente da specchio, obbligandoti a vedere quella parte di te che stai reprimendo. Reprimere una parte di te nutre i conflitti interiori, il disequilibrio, ti annebbia limitando la tua capacità di discernimento. - Delusione/Frustrazione
Diventi triste quando qualcuno o qualcosa delude le tue aspettative. Spesso, in realtà, sei proprio tu a deludere le tue stesse aspettative. L’aspettativa è un comportamento mentale che consiste nel fantasticare, nel generare fantasie verso le quali si nutre speranza e che poi, non realizzandosi, destabilizzano. Le aspettative verso gli altri sono, in qualche modo, un’altra proiezione di responsabilità: crei una rappresentazione mentale (fantasia) ma non sei tu ad impegnarti per realizzarla, piuttosto diventa una pretesa verso l’altra persona o verso le circostanze. Le aspettative verso di sé sono invece legate al senso dell’obbligo, al dovere. - Ansia
Provi ansia quando fai esperienza di una situazione che non riesci a mantenere, in parte o completamente, sotto controllo. L’ansia è quindi la controparte del bisogno del controllo, schema comportamentale che si innesca quando sono presenti convinzioni limitanti che inficiano sull’autostima (non essere all’altezza, non saper affrontare la situazione). - Noia/Angoscia
Mentre la rabbia si manifesta quando rifiuti una parte di te che non ti piace, la noia e l’angoscia si presentano quando non vuoi vedere una parte di te che in qualche modo ti spaventa. Può essere un preludio alla rabbia. Ti annoi quando non hai niente con cui tenerti occupata o occupato, quando non hai nulla con cui distrarti e, in qualche modo, le circostanze ti obbligano a confrontarti con i tuoi pensieri o con il tuo stato d’animo. - Odio/Disprezzo/Frustrazione
Che siano orientate verso altri o verso di te, attraverso queste emozioni, il tuo inconscio mette in evidenza il bisogno di riconoscimento. Odi una persona quando commette un’ingiustizia e con le sue azioni non riconosce la tua esistenza (e nemmeno la sua). Odi te stessa o te stesso quando non ti concedi di essere ciò che sei. Il senso di giustizia è soggettivo; questa sovrastruttura riguarda proprio il non riconoscimento di sé, che causa un senso di inesistenza, di vuoto.
Tieni presente che, nella maggior parte dei casi, le emozioni si mescolano tra loro, perché più sovrastrutture si attivano nello stesso momento. A volte è facile riconoscere l’emozione predominante, altre volte no.
Tutte le sovrastrutture mentali riconducono, sostanzialmente, ad una forma di paura. La paura è la controparte dell’Amore.
Sto parlando ovviamente della paura irrazionale, non funzionale, che è sempre generata da convinzioni, abitudini e condizionamenti limitanti.
Il Potere della Scelta
Come avrai notato leggendo l’articolo, pensare all’inconscio come la parte della mente che dà voce all’Anima, permette di rivoluzionare completamente il modo con cui ci si rapporta con le emozioni e con il comportamento umano.
Emerge così lo spazio nel quale puoi esercitare il tuo Libero Arbitrio: dinanzi a qualunque situazione, tu hai il potere di scegliere come sentirti, semplicemente lavorando sulla sovrastruttura mentale che il tuo inconscio vuole mostrarti.
Perché la Parte Saggia usa le emozioni sgradevoli per comunicare?
Perché sono il mezzo più diretto: senti le emozioni attraverso il tuo corpo, dunque riesci a percepirle a prescindere dal tuo livello di crescita. Quando imparerai a dialogare con il tuo inconscio in altri modi, non sarà più necessario questo mezzo. Al contrario, se ignori i messaggi, la tua Anima troverà altre strade, sempre più “drastiche”, per comunicare con te: inizierà a crearti dei dolori, dei fastidi, fino a delle vere e proprie malattie.
In quest’ottica, è facile comprendere che tutto il lavoro da fare è sulle convinzioni e sui condizionamenti limitanti, quindi sui programmi disfunzionali del subconscio.
Conclusioni
Comprendere come funziona la mente è un passaggio importante, che permette di indirizzare le proprie energie in modo più funzionale.
In questo articolo ti ho proposto due diverse visioni, approfondendo quella che mi risuona e sulla quale ho costruito il mio percorso personale e professionale. Se hai scelto o sceglierai di fare delle sessioni con me, qui sono raccolte alcune indicazioni fondamentali sul mio approccio. Tuttavia nessuna delle due è, in definitiva, giusta o sbagliata; scegli tu l’interpretazione che ritieni più funzionale per te.
Quale delle due visioni ti risuona maggiormente?
Ci sono sfumature che ritieni più o meno accurate di altre?
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